Castelli d’Italia
IL CASTELLO FALSO DA 500 LIRE
Nicola Luciano Cipriani (perito filatelico) –
Questo falso castello è noto da tempo ed è presente nell’elenco dei falsi redatto da Giovanni Riggi (figura 1). Secondo la descrizione del fondatore del CIFO, di questo falso dovrebbero esistere due differenti tipi prodotti, molto probabilmente, dallo stesso autore. La prima scoperta risale al 1992 e Riggi ne fornisce una descrizione scritta abbastanza semplice: stampa offset su carta patinata non fluorescente, dentellatura 11, gomma molto lucida e giallastra. Il secondo tipo, scoperto nel 1995, è stampato su carta opaca e con colori più scuri. Di questo secondo sembra che Riggi ipotizzi l’esistenza sulla base del tipo di carta e dei colori più scuri.
Per capire qualcosa di più su questo falso, ho chiesto un po’ di esemplari ai soliti amici: Ketty Borgogno, Diego Carraro, Stefano Finotti, Claudio Manzati e Stefano Proserpio mi hanno supportato e colgo l’occasione per un ringraziamento ufficiale. Nella figura 2 sono riportate le relative immagini.

Figura 2 – gli esemplari falsi analizzati – B= Borgogno, C = Carraro, F = Finotti e M = Manzati, P = Proserpio.
Carta
Questi falsi sono stati stampati su carta non filigranata abbastanza sottile di differente tipologia. Dei due campioni analizzati direttamente (B = Borgongo e M = Manzati) (figura 2), uno ha carta porosa (B) e l’altro molto liscia. Il colore è bianco per il campione B, mentre è leggermente avorio per M. anche la fluorescenza è leggermente differente: bianco brillante in B e leggermente meno brillante in M.
Stampa
Il metodo utilizzato è il fotolito (offset), i colori sono molto piatti e talora con un evidentissimo fuori registro. Si notano rari e sparsi punti di colore che possono far pensare ad una stampa a getto d’inchiostro, ma questo mezzo di stampa è da scartare per la presenza del fuori registro. Le scritte superiori, anziché essere monocolori, mostrano un puntinato blu sovrapposto al marrone a tratto pieno ben visibile nei fuori registro (figure 3 e 4). Il colore verde dei due alberi è dato da una sovrapposizione di giallo pieno a bande con una serie di puntini blu. Puntini blu contornano anche la cifra 500 e sono sovrapposti anche sul marrone della cornice e delle scritte in ditta. I fuori registro portano questi puntini anche all’esterno della vignetta.
Dentellatura
La dentellatura è lineare con passo 11¼. Talora si notano fori ciechi disposti casualmente sui francobolli. Questa tipologia di perforazione non è molto precisa, tanto che le dimensioni dei francobolli sono abbastanza variabili.
Colla
Il campione M, l’unico nuovo visionato a mano, ha la colla leggermente giallina, lucida e sottile.
Analisi dei campioni e confronti
Gli otto esemplari visionati sono riportati in figura 2. A parte l’evidente fuori registro nell’F-2, in M e in P-2, a colpo d’occhio si nota subito una certa variabilità cromatica del marrone della cornice che d’impeto farebbe dividere gli otto in 2-3 gruppi. Ma non è solo il colore della cornice a far risaltare le differenze; a ben guardare anche il colore del castello dice la sua (figura 5).
Infatti i campioni C-1, C-2, B e P-1 hanno un tono che va da grigio verdino a grigio-azzurrino, mentre gli altri (F-1, F-2, M e P-2) sembrano essere lontani parenti. Tra questi ultimi si distingue bene il campione F-1 per il tono blu intenso, mentre i restanti hanno un tono decisamente azzurro. In questo quadro anche la leggera differenza di tono della loro cornice diventa significativa.
La figura 5 mette in evidenza anche una differenza dimensionale. Nell’immagine i castelli sono allineati secondo l’ultima finestra a sinistra, notiamo invece a destra una sporgenza differenziata tra gli esemplari del primo gruppo individuato e quelli del secondo gruppo. Tra questi ultimi si nota un’ulteriore leggera differenza che caratterizza gli esemplari M e P-1 per la larghezza maggiore del castello.
Ho voluto verificare anche le dimensioni dei francobolli e nelle figure 6 e 7 riporto rispettivamente la larghezza e l’altezza della vignetta. Per quanto riguarda la larghezza è evidente una variabilità inspiegabile, soprattutto perché l’altezza è, in confronto, decisamente costante. Sulla base della prima dimensione è possibile individuare due gruppi; al primo più numeroso, anche se con dimensioni non proprio uguali, sono ascrivibili gli esemplari C (1 e 2), B M e P-1; al secondo i due campioni F e P-2.
Per quanto riguarda l’altezza (figura 7), si nota invece una maggiore costanza del dato, tanto che non è possibile riconoscere i gruppi individuati. In questa figura l’allineamento è stato fatto secondo il bordo alto della cornice, escludendo quindi le scritte. Si nota una differenza molto piccola tra alcuni campioni, ma certamente poco significativa ed in contrasto con i risultati della figura 6.
Conclusioni
Le osservazioni esposte farebbero pensare che questi francobolli siano stati stampati in tempi differenti. A questa conclusione si giunge per le eccessive differenze dei colori utilizzati, dei fuori registro e, direi, anche per le differenze dimensionali tra altezza e larghezza della vignetta. Per questa caratteristica poco spiegabile non si può addurre un metodo fotografico di replica perché in questo caso le differenze si sarebbero dovute trovare in entrambe le direzioni analizzate. Poiché per il fotolito si allestisce una serie di lastre, una per ciascun colore, si potrebbe pensare che alcune siano state rifatte o per danneggiamento/usura, oppure per aggiustare il tiro sul colore, cercando di produrre un falso che potesse somigliare il più possibile all’originale.
IL 650 LIRE CASTELLI FALSO IN … TANDEM
Nicola Luciano Cipriani perito filatelico e Stefano Proserpio segretario CIFO
Stefano Proserpio
Qualche settimana fa navigando su Ebay incappavo in una cartolina concorsi affrancata con un francobollo da 650 lire della serie Castelli definito dal rivenditore come “falso di Napoli”. In vendita era offerta anche una busta affrancata con lo stesso falso con l’aggiunta di due Castelli da 50 lire per completare la tariffa a 750 lire. In calce ad entrambe le offerte era indicato che erano disponibili più pezzi. A seguito di contatti presi con il proprietario ho avuto modo di apprendere che i pezzi affrancati con tale “falso” passati nel tempo per le sue mani erano una decina e che tutti erano apposti su cartolina concorso, a parte quello sulla busta con valori complementari sopra citati. Dietro specifica richiesta apprendevo, inoltre, che mittente di tutti gli oggetti era un unico soggetto e che non si trattava di fotocopie a colori ritagliate e dentellate. Incuriosito, decidevo di procurarmi qualche pezzo: la cartolina posta in vendita mostrava un angolo mancante, per cui non partecipavo all’asta (il pezzo trovava comunque un acquirente). Il venditore mi inviava le immagini di altre cinque cartoline: sceglievo le tre che parevano mostrare francobolli integri (figure 1, 2, 3 e 4) e lasciavo da parte le altre due.
Non sono riuscito, invece, ad aggiudicarmi la busta affrancata per 750 lire (figura 5). Segue, infine, una fotografia parziale della lettera “conquistata” da un altro acquirente
Non appena ricevuto a casa le tre cartoline ho constatato che effettivamente non erano affrancate con fotocopie a colori dentellate; ponendole sotto la Lampada di Wood con meraviglia ho osservato che i francobolli erano stampati su carta fluorescente! Una prima scansione grossolana metteva, inoltre, in evidenza un retino di stampa assai strano.
Provvedevo quindi a contattare il nostro Luciano Cipriani raccontandogli l’antefatto ed inviandogli dapprima le immagini che avevo a disposizione e poi spedendogli le cartoline. Qui mi fermo e passo la parola al nostro illustre Perito.
Nicola Luciano Cipriani
La mia curiosità è sempre grande quando c’è da vedere o studiare novità, e questo 650 lire Castelli è una novità in tutti i sensi, compresa la procedura di stampa. Tutti i falsi per posta stampati in epoca recente sono stati realizzati con il metodo offset (fotolito), spesso a tratto pieno, più raramente con retino a punti. La stampa di questo 650 lire Castelli non differisce tanto nella metodologia di stampa, che è sempre in offset, quanto per il tipo di retino utilizzato. Infatti è la prima volta che mi capita di vedere un retino a righe verticali utilizzato per la stampa di falsi per frodare le Poste Italiane. Per quanto riguarda il loro uso, le cartoline hanno l’annullo illeggibile anche se il concorso (per il quale sono state spedite) ha avuto scadenza il 10.02.92; si deve quindi datare al 1991-92 la stampa di questa imitazione. La busta invece ha un annullo chiaro del 23.1.94, un uso tardivo quindi.
Prima di passare in dettaglio l’analisi di questo falso, mi preme precisare che questa imitazione non è compresa nell’elenco dei falsi castelli redatto da Giovanni Riggi (Seminario di Spotorno, 30-31 maggio 1998) e non mi risulta sia mai stato descritto.
Passo ora ad analizzare questo falso mostrandovi inizialmente la sua immagine a confronto con il francobollo originale (figura 6). Le due immagini a basso ingrandimento dicono poco, ma vedremo meglio le differenze analizzando qualche particolare. Inoltre metto in rilievo che le differenti tonalità visibili, non sono dirimenti in quanto i colori dell’originale sono stati molto variabili nel tempo ed alcune ristampe hanno avuto gli stessi colori dell’imitazione.
La stampa
Nella figura 7 ho riportato i tre francobolli in esame e, anche a piccolo ingrandimento si nota abbastanza bene la rigatura verticale nella parte alta della cornice.
Come si vedrà nelle immagini successive, ciascun colore è stato stampato utilizzando un retino a sottilissime righe verticale. Nelle successive quattro immagini (figura 8), una per ciascun colore utilizzato, il rigato è maggiormente visibile, in modo particolare nel ciano, giallo e nero.
Il ciano è presente in sottili righe rade sulla cornice e in righe più addensate in tutte le parti in cui sono visibili il ciano ed il verde; il giallo è praticamente in sottili righe addensate su tutta l’immagine; il magenta è concentrato in sottili righe addensate sulla cornice, ma è presente anche nella parte del castello; infine, il nero è presente essenzialmente in corrispondenza del verde ma si notano rade sottili righe anche sulla cornice.
La carta
Recentemente il nostro Stefano ha acquisito un’altra cartolina con il francobollo non annullato e che riproduco nelle immagini successive. Non è noto se questo francobollo avesse una propria colla posta sul retro o se ne fosse senza. Fatto sta che in acqua fredda non si è staccato velocemente, segno che non dovrebbe avere colla vinilica, tipica di questa emissione. Dopo il distacco non ho notato alcun residuo di colla, né sul retro del francobollo né sul ritaglio di cartolina, il che determina che la colla fosse stata applicata con un sottile velo e che sia solubile in acqua. Dalle osservazioni sulle caratteristiche della carta si vede molto bene che essa è molto scadente e facile alla sfilacciatura. Nella figura 9 riporto il confronto in luce viola tra l’originale ed il falso, mentre nella figura 10 anche il confronto con una normalissima carta per fotocopie da 80 g/mq. La grammatura della carta utilizzata per il francobollo è leggermente superiore, probabilmente da 100g/mq. Si noti nell’immagine la similitudine della sfilacciatura ancorché il francobollo sia stato perforato.
La fluorescenza
Sempre dalla figura 10 si può notare anche la fluorescenza della carta. Come si può vedere, il colore è decisamente bianco e nulla ha a che vedere con la fluorescenza bianca in pasta che caratterizza i francobolli originali. Infatti l’originale ha un colore di fluorescenza tendente leggermente al rosato smorto, mentre l’imitazione emana una vivida colorazione azzurrina. Per questo confronto ho scelto un originale con risposta in fluorescenza il più bianco possibile tra numerosi campioni disponibili.
La dentellatura
La dentellatura è molto irregolare a causa del non allineamento degli aghi. Questi sono molto sottili, hanno un diametro di 3-4 decimi di mm e probabilmente usurati, come si può dedurre dai fori per la maggior parte poco definiti. Di contro il diametro degli aghi utilizzati presso l’IPZS è di circa 8 decimi (figura 11). I fori molto piccoli agevolano gli strappi durante la separazione dei francobolli tanto che nessuna delle imitazioni è stata separata in modo idoneo. Questo spiega anche la difficoltà di scelta da parte di Stefano al momento dell’acquisto. La misura della dentellatura, in queste condizioni, non è agevole dovrebbe essere 10,5 per entrambe le direzioni. Il condizionale è d’obbligo perché la distanza tra i fori non è nemmeno costante.
Il confronto con l’originale
Con un minimo di esperienza filatelica, questo falso dovrebbe essere facilmente riconoscibile, ad ogni modo è sempre bene fornire immagini di confronto con l’originale per mettere in evidenza particolari che possano facilmente agevolare la distinzione.
Nel complesso l’immagine del castello è stata riprodotta in modo abbastanza fedele e, a parte il fuori registro dei colori dell’imitazione, nel complesso non si notano differenze grafiche del castello da mettere in evidenza. Un po’ per il fuori registro, un po’ per il retino a linee verticali, le scritte in alto che descrivono il castello non sono affatto nitide e la sovrapposizione di più linee colorate conferisce alla scritta una certa confusione visiva.
Nella figura 12 presento il confronto tra l’altezza dei due francobolli. Come si può notare, questa dimensione è identica a quella dell’originale.
Nella successiva figura 13 metto a confronto la larghezza, anche questa dimensione non mostra assolutamente alcuna differenza, nemmeno nelle singole scritte e nel valore.
In questa immagine sono maggiormente visibili le sottili linee di ciascun colore del retino che invadono un po’ tutto il disegno, tanto che la scritta ed il valore non sono monocolore come nel francobollo originale.
Nella successiva figura 14 mostro un ingrandimento adeguato per mettere in risalto l’aspetto generale della stampa. Come si può vedere, sono ben evidenti tutte le caratteristiche descritte.

Figura 14 – confronto tra la stampa rotocalcografica dell’originale ( a sinistra) e di quella offset dell’imitazione
Nella tabella elenco, in forma sintetica, i caratteri generali e le differenze tra l’originale e l’imitazione.